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INSTALLAZIONE DI BASE DI LINUX GENTOO

gentoo-transparent

Questa guida l’ho dedicata a tutti coloro che vogliono installare questo splendido e arduo sistema operativo ovvero: Gentoo Linux. Questo sistema ha un gestore di pacchetti molto potente totalmente scritto in Python e che lavora su script bash detti Ebuild. Questo gestore dei pacchetti su Gentoo Linux è chiamato “portage”, la sua caratteristica principale è l’installazione dei software a partire infatti dalla compilazione dei loro sorgenti. Ma vedremo questi dettagli una volta installato il sistema operativo di base. Suppongo che chi legga questo tutorial sia già abbastanza esperto di sistemi GNU/Linux, altrimenti lasci perdere la lettura. La .iso di gentoo è possibile scaricarla da www.gentoo.org sceglietevi la ISO più adatta e scrivetela su un CD/DVD.

 

  • AVVIO DEL CD E INSTALLAZIONE

 

Il CD una volta avviato vi chiede di inserire la boot image! È pur ovvio anche su BackTrack 5 lo chiede, qui noi inseriremo semplicemente gentoo, una volta fatto ciò vi chiederà che configurazione di tastiera possedete: ovvero se è statunitense o italiana o cirillica (tastiere per la russia ma se siete nel mio blog ovviamente siete italiani). Una volta che avete scelto l’opzione 21 avrete la shell della livecd con il cursore che lampeggia: livecd~#. Ok, una volta che siete in questa modalità cosa dobbiamo fare? Iniziamo a partizionare il disco rigido, io qui farò una configurazione standard che potrete trovare anche nell’handbook di Gentoo:

 

 

 

 

Partizione

Filesystem

Grandezza

Utilizzo

/dev/sda1

ext2

+32MB

boot

/dev/sda2

swap

+512MB

swap

/dev/sda3

ext3

[resto spazio su disco]

root

 

Perciò una volta compreso come partizionare il nostro buono e caro disco rigido, per poterlo formattare usiamo fdisk. Da qui infatti digitiamo fdisk /dev/sda senza alcun valore numerico. L’output di fdisk sarà:

 

Command (m for help):

 

Per vedere se abbiamo altre partizioni presenti sul disco digitiamo p, se troviamo partizioni possiamo eliminarle direttamente con d {delete}. Rimosse tutte le partizioni iniziamo a creare quelle che ci interessano, vediamo come:

 

Command (m for help): n
Command action
  e   extended
  p   primary partition (1-4)
p
Partition number (1-4): 1
First cylinder (1-3876, default 1): (Premere Enter o invio)
Using default value 1
Last cylinder or +size or +sizeM or +sizeK (1-3876, default 3876): +32M
Questa sarà la partizione di boot, proseguiamo con quella di swap:

Command action
  e   extended
  p   primary partition (1-4)
p
Partition number (1-4): 2
First cylinder (1-3876, default 1): (Premere Enter o invio)
Using default value 1
Last cylinder or +size or +sizeM or +sizeK (1-3876, default 3876): +512M
Creata la partizione swap che sarebbe quella per la memoria virtuale, bisogna creare l'ultima che è quella di root “forse la più importante” perché inseriamo al suo interno il vero e proprio sistema operativo. 

Command action
  e   extended
  p   primary partition (1-4)
p
Partition number (1-4): 3
First cylinder (1-3876, default 1): (Premere Enter o invio)
Using default value 1
Last cylinder or +size or +sizeM or +sizeK (1-3876, default 3876): (Premere Enter o invio)

Perfetto, una volta partizionato il disco digitare w, per apportare le nostre modifiche! 
Finita la preparazione del disco ora dobbiamo dire a Gentoo che estensioni sono questi /dev/sdaN(n sta per numero). Perciò digitiamo nell'ordine...

mkfs.ext2 /dev/sda1
mkfs.ext3 /dev/sda3
mkswap /dev/sda2 && swapon /dev/sda2

Tranquilli :-P niente paura, ora per i meno guru di GNU/Linux vi spiego esattamente cosa sono questi comandi :-). Il comando mkfs significa MakeFileSystem e per /dev/sda1 e /dev/sda3 ho scelto il filesystem ext3 e ext2, ext in Linux vuol dire Extended file system, questo tipo di file system è il primissimo filesystem che ebbe Linux. Fu sviluppato da Rémy Card un noto sviluppatore di software che contribuì con l'evoluzione del kernel, la scelta per cui Card creò l'ext fu proprio per rimediare a dei limiti al filesystem MINIX. L'ext2 è il vero e proprio filesystem di Linux ma non possiede il supporto per il metadata journaling, infatti questa estensione è un po' più lenta dell'ext3 che sarebbe la versione journaled del filesystem ext2, fornisce il metadata journaling per un veloce recupero dei dati in aggiunta ad altre caratteristiche di journaling avanzate come full data e ordered data journaling. Ritornando quindi al mkfs(makefilesystem) mkfs.ext2 /dev/sda2 e mkfs.ext3 /dev/sda3 diciamo al kernel linux che /dev/sda2 e /dev/sda3 avranno come filesystem l'ext3 per /dev/sda3 e ext2 per /dev/sda2. L'mkswap invece significa semplicemente make swap partition, ovvero la memoria virtuale. 
Questo comando unito al comando swap(on) da notare le parentesi, dirà al kernel Linux che /dev/sda2 sarà una partizione dedicata alla memoria virtuale e swapON attiverà questa partizione. La swap è una RAM aggiuntiva infatti usata molto spesso da Linux per via del multitasking e multiusers. Ok! Una volta fatto ciò il disco l'abbiamo partizionato e abbiamo compreso “abbastanza bene” il significato dei due filesystem, per chi necessita di una maggiore spiegazione mi contattasse sull'email personale :-). Come detto ora che le partizioni e la swap sono state settate e di conseguenza hanno un filesystem proprio, è il momento di montarle! Yeah! Vediamo tramite il comando mount come fare quest'operazione, monteremo {come mostrato qui di seguito} la partizione di /root e successivamente quella di /boot:
mount /dev/sda3 /mnt/gentoo /* vi ricordo che qui montiamo nella partizione /dev/sda3 tutto ciò che conterrà la directory gentoo in /mnt */
mkdir /mnt/gentoo/boot /* creiamo una directory dedicata al boot */
mount /dev/sda1 /mnt/gentoo/boot /* montiamo nella partizione /dev/sda1 la directory boot! */
È anche necessario montare il filesystem proc, ma voi vi domanderete cos'è questo filesystem? E io innanzitutto vi correggo...Il filesystem vero viene definito come procfs e non proc e significa process file system. Questo filesystem è uno pseudo-filesystem e accede alle informazioni legate ai processi forniti dal kernel Linux e procfs non occupa spazio sul disco rigido e il nome che spesso gli si da {ergo /proc filesystem} è legato alla directory in cui esso “solitamente” è contenuto! Bien, una volta fatto tutto ciò è giunto il momento di installare gli stage e il gestore di pacchetti. Dirigiamoci con il comando cd nella directory /mnt/gentoo. Da qui scarichiamo il pacchetto .tar.bz2 dello stage dal sito MIRROR.SWITCH.CH che per me sarà questo: STAGE-i686
Quest'operazione la potete fare con links che è una specie di browser web a riga di comando. Una volta scaricato il pacchetto estraiamolo con il comando tar jxvf stage*.tar.bz2, finita l'estrazione di tutti i file, dobbiamo scaricare la versione di portage sempre dal sito mirror.switch.ch e portage lo troveremo in questa directory del server PORTAGE. Scaricato il pacchetto bisogna estrarlo in /mnt/gentoo/usr perciò miglior cosa è andare in quella directory e scaricarlo in quella directory, poi sempre con il comando tar jxvf portage*.tar.bz2 e estrarlo. Fatta l'estrazione di portage, si passa alla fase successiva il chroot! Il chroot è l'abbreviazione di change root, infatti indica una operazione che consiste nel cambiare la directory di riferimento dei processi che sono in esecuzione corrente e per i processi generati da questi ultimi. Iniziamo però a selezionare i mirror per i codici sorgenti futuri, vi consiglio un mirror rapido e non uno che assomiglia a una tartaruga zoppa. La scelta dei mirror sarà possibile effettuarla con lo strumento mirrorselect che fornisce anche un'interfaccia grafica per selezionare i vari mirror, il comando quindi da usare è:
mirrorselect -i -o >> /mnt/gentoo/etc/portage/make.conf
E successivamente per selezionare la variabile SYNC di make.conf che contiene il server rsync che si utilizza all'aggiornamento di Portage, ovverosia gli ebuild e i vari script bash. Per selezionare i mirror rsync, lo strumento è sempre mirrorselect e la istruzione da dare in pasto al prompt di Gentoo sarà molto simile alla precedente:
mirrorselect -i -r -o >> /mnt/gentoo/etc/portage/make.conf
Una volta fatte queste due operazioni...bisogna copiare le informazioni del DNS, in /etc/resolv.conf. Questa azione da parte nostra fa si che la rete funzioni ancora dopo essere entrati nel nuovo ambiente con CHROOT...infatti /etc/resolv.conf contiene i nameserver per la rete LAN, per fare questo, scriviamo:
cp -L /etc/resolv.conf /mnt/gentoo/etc/
L'opzione “-L” ci assicura che non copierà un link simbolico nella directory di destinazione. ALT!Ancora un'ultima cosa prima di entrare nel nuovo ambiente [ve la sto facendo sudare 3:D mwhahaha, lol] bisogna montare il filesystem procfs e tramite bind i filesystem /dev e /sys. Per fare questo basta scrivere:
mount -t proc none /mnt/gentoo/proc
mount –rbind /sys /mnt/gentoo/sys
mount –rbind /dev /mnt/gentoo/dev
E fatto ciò se non vi vengono fuori strani errori dovuti forse dal digitare in fretta e furia, siamo finalmente pronti per eseguire il famosissimo CHROOT! Questo “processo” chiamiamolo così è diviso in tre parti nel sistema operativo Gentoo Linux...
  1. Si cambia root, da / (sul supporto di installazione) a /mnt/gentoo (creata precedentemente) usando proprio chroot.
  2. Si crea un nuovo ambiente usando env-update, il quale inizializza le variabili del nuovo ambiente.
  3. Si caricano le variabili precedentemente create nella memoria con source.
I comandi che dovrete scrivere sono i seguenti:
chroot /mnt/gentoo /bin/bash

env-update

>> Regenerating /etc/ld.so.cache...

source /etc/profile

export PS1="(chroot) $PS1"
E il risultato deve essere all'incirca questo: (chroot)livecd~#. Benissimo! Da adesso si è dentro Gentoo Linux! Siete soddisfatti? Se si continuate a leggere che non è finita :-D altrimenti uscite dal mio blog {super-lol}. Bene, ora che siamo entrati nel nuovo ambiente...ehm, cosa bisogna fare? ...Ah si, giusto! Aggiornare portage. Allora, per aggiornare portage vi dico che il tool con cui portage comunica per l'installazione/rimozione/aggiornamento dei software e pacchetti vari è emerge. Anche questo come detto all'incipit della lezione è scritto in Python [se non ricordo male] è piuttosto complesso e presenta molte opzioni! U.U Quindi tramite emerge diamo il comando: emerge --sync(se siete dietro un terminale lento date emerge --sync --quiet, l'opzione --quiet è studiata proprio per omettere l'output) invece se siete dietro un firewall non c'è problema emerge-webrsyn e vi scarica un'immagine di portage completa. Ormai emerge è anche incluso nelle livecd che stanno allegate a Linux Pro o Linux Magazine... Dopo l'aggiornamento di portage e di tutti i fronzoli che usa, dobbiamo scegliere un profilo adatto. Il profilo? Si, il profilo in Gentoo è una parte molto importante, non solo perché specifica i valori predefiniti delle CFLAGS e della variabile USE ma anche perché posiziona il sistema all'interno di un certo intervallo di versioni di pacchetti. Tale profilo viene aggiornato sempre da sviluppatori Gentoo. Tanto tempo fa questo non poteva essere configurato da parte dell'utente e quindi era “protetto”. Ora è possibile cambiare e visualizzare che profili offre il nostro sistema Gentoo Linux tramite il comando eselect profile list. Da qui una volta scelto il profilo più adatto scrivete eselect profile set{numero_del_profilo}. Per configurare la flag USE possiamo vedere le flag disponibile tramite il comando: less /usr/portage/profiles/use.desc (per uscire basta premere 'q' e per muoversi ci sono le freccette). Per configurare invece subito le flag USE, dobbiamo editare tramite l'editor nano il file posto in /etc/portage/make.conf con il comando: nano -w /etc/portage/make.conf, se volete configurare un sistema basato su Gnome o Fluxbox con supporto DVD, ALSA e masterizzatore CD e DVD bisogna scrivereUSE=”x11-wm/fluxbox -gnome -kde truetype vim-syntax dvd alsa cdr dvdr” oppure USE="-qt3 -qt4 -arts -kde X dbus gtk gnome hal alsa dvd dvdr cdr ".  Bene! B-) ora non sarà il caso di configurare il caro e buon kernel? Ma certo! :-D iniziamo ad abilitare le informazioni sul fuso orario di Roma, Torino o quello che è tramite i comandi:
ls /usr/share/zoneinfo

cp /usr/share/zoneinfo/Europe/[vostra_città] /etc/localtime

echo "Europe/[vostra_città]" > /etc/timezone
Ed ora siamo pronti per l'installazione del kernel Linux! Il kernel come ben si sa gestisce le risorse hardware (CPU, memoria e periferiche) e dal multitasking in poi, il kernel ha potuto sfruttare le risorse dell'hardware in modo tale da poter gestire la memoria e la modalità protetta. In parole povere il Kernel Linux è capace di disattivare temporaneamente alcune istruzioni e l'accesso ad alcune locazioni di memoria fisica! Ma qui farò in caso una lezione a parte. Comunque! Dicevamo che dobbiamo installare il kernel, iniziamo a digitare tramite tastiera il comando: emerge gentoo-sources, infatti finita l'installazione del kernel se digitiamo un ls -l alla directory /usr/src/linux Gentoo darà come risultato il seguente output:
ls -l /usr/src/linux
lrwxrwxrwx    1 root     root           5 Feb 13 15:51 /usr/src/linux -> linux-[versione_kernel]
Da qui, decidete...compiliamo il kernel o usiamo genkernel? Ma che importaaaaaaaaaaaa io vi dò tutte e due le soluzioni! :-D
  • CASO 1: CONFIGURAZIONE MANUALE
La configurazione manuale del kernel è la parte più difficile che un utente GNU/Linux incontra, però tramite il software pciutils diventa molto meno complessa ;-). Entriamo nella directory dov'è situato il kernel e apriamo il menuconfig come? Semplice:
cd /usr/src/linux
make menuconfig
Vengono visualizzate delle scelte di configurazione fate la vostra configurazione e una volta terminata facciamo Exit e salva sullo stesso file. 
  • COMPILAZIONE E INSTALLAZIONE
Ora che abbiamo configurato il nostro kernel, dobbiamo compilare il tutto con il comando make && make modules_install. A compilazione terminata è necessario copiare l'immagine del kernel nella directory /boot altrimenti...il bootloader chi fa avviare? Per copiare l'immagine diamo un bel:
cp arch/x86/boot/bzImage /boot/kernel[TAB]
Per l'autocompletamento e dire che versione del kernel abbiamo! :-)
  • CASO 2: CONFIGURAZIONE TRAMITE GENKERNEL
L'altro modo per installare il kernel in modo da non poterci “sbagliare” è molto retorica questa considerazione... Diamo la compilazione del kernel in pasto al software genkernel, ma prima installiamolo con il comando: emerge genkernel. Installazione completata? Ok! Compilare il sorgente del kernel con il comando: genkernel all. È importante sapere che se non si usano ext2 o ext3 come filesystem potrebbe essere necessario configurare manualmente il kernel usando genkernel --menuconfig all e aggiungere il supporto per il filesystem scelto nel kernel (cioè non come modulo) {ergo la compilazione tramite genkernel è inutile come uno scolapasta senza fori d'uscita U.U}. Comunque...una volta che abbiamo compilato questo kernel con genkernel viene creato un kernel completo di moduli e ram disk iniziale (initramfs) segnandoci la versione del kernel e l'initramfs diamo un bel: ls /boot/kernel* /boot/initramfs*. Terminato anche il caso 2 di configurazione del kernel riprendiamo l'installazione di Gentoo con il successivo passo la configurazione del sistema! [sembra un film dell'orrore ma non lo è lol]. 
CONFIGURAZIONE DEL SISTEMA
Vi vedo in un bagno di sudore Fantozziano e affaticati a digitare così tanti comandi :-) ma non preoccupatevi abbiamo quasi finito, ci manca questo e la configurazione del bootloader :P e di inserire la password di root :-) ma quello ve lo dico ora basta che digitate un passwd e siete a posto. Comunque riprendendo la configurazione di Gentoo Linux, vogliamo appunto iniziare a capire cos'è il file che tanto sentiamo nominare dagli esperti utenti di GNU/Linux e che quando chiediamo cos'è ci dicono qualcosa che non capiamo, almeno ad alcuni è successo. 
  • COS'È FSTAB?
Eccoci finalmente pronti a comprendere che cos'è questo fstab! Fstab è l'acronimo di FileSystem Table, questo file è un file di configurazione che si trova all'interno della cartella /etc e l'utente che lo può configurare è solamente l'amministratore (ovvero il root). Questo file si presenta come un semplice file di puro testo e questo indica al sistema operativo i dispositivi che devono o possono essere montati indicandone anche le rispettive opzioni. La struttura di FSTAB è composta da 6 campi:
  1. DEVICE: Ovvero il dispositivo che dovrà essere montato e che contiene un file system. 
  2. DIRECTORY: Anche chiamata punto di mount, dato che da qui si può accedere alla gestione interna dei singoli device.
  3. TYPE: Il tipo di filesystem che il device ha impostato.
  4. OPTIONS: Queste opzioni regolano l'accesso al dispositivo.
  5. (OBSOLETA): Questa opzione non ha nome o titolo ma comunque questa ha il compito di comunicare, se il dispositivo deve essere usato dal comando dump per farne dei backup, output: valori booleani 1 = attivo, 0 = disattivo.
  6. Questa opzione non ha nome o titolo però comunica se il dispositivo deve essere controllato dal comando fsck.
I file system già montati si trovano invece nel file /etc/mtab. 
  • CONFIGURAZIONE FSTAB IN GENTOO
Adesso che abbiamo compreso a fondo il funzionamento di fstab, modifichiamo il nostro fstab. Editiamo ovviamente sempre tramite il nostro editor nano il file contenuto in /etc/fstab con il comando: nano -w /etc/fstab. Quando lo apriamo il file sarà configurato in questo modo 
/dev/BOOT   /boot        ext2    defaults,noatime     1 2
/dev/SWAP   none         swap    sw                   0 0
/dev/ROOT   /            ext3    noatime              0 1

Non in modo uguale ma simile, perciò la cosa da fare è inserire al posto di BOOT, SWAP e ROOT le voci sda1, sda2, sda3 e poi aggiungere queste due linee:

proc        /proc        proc    defaults             0 0
shm         /dev/shm     tmpfs   nodev,nosuid,noexec  0 0
Queste linee sono per comunicare a Gentoo che abbiamo attivato anche I filesystem proc e la memoria temporanea. Però un secondo auto e notime cosa sono? Auto fa si che il comando mount rilevi automaticamente il filesystem, mentre, l'opzione noatime come opzione di mount, con cui si ottiene un sistema più veloce perchè evita la registrazione degli accessi (ma si può anche omettere). Se vogliamo che gli utenti senza permessi di amministratore montano il CD digitiamo dentro al file /etc/fstab, la riga:
/dev/cdrom  /mnt/cdrom   auto    noauto,user          0 0
Ottimo, una volta terminata la configurazione del file /etc/fstab siamo pronti per configurare le ultime cose come: rete, keymaps, DNS, domini e altre informazioni utili... Iniziamo dall'hostname presente nella directory /etc/conf.d/hostname aprendo con nano il file di configurazione cambiamo da localhost a nomeutente o quello che sia la variabile hostname="tux". Sempre nella stessa directory troviamo il file net che serve per configurare il dns_domain ovvero il nome del proprio dominio. Mentre ora desideriamo tanto configurare l'IP... Per fare questa operazione andare nella directory solita /etc/config/ ed editare indovinate quale file? Si, proprio lui il file net e aggiungere o modificare la voce config_eth0="dhcp(nel mio caso è un DHCP)" se avete IP manuali impostate uguale a questo esempio: 
config_eth0="192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 brd 192.168.0.255"
routes_eth0="default via 192.168.0.1"
Una volta effettuate queste modifiche terminiamo, le ultime modiche come: cambiare da us a it la configurazione della tastiera nel file e con il comando: nano -w /etc/conf.d/keymaps e verifichiamo se nel file /etc/conf.d/hwclock sia impostato a UTC la voce clock=”UTC”, se si uscite altrimenti modificatela e uscite. Per avere un accesso remoto con SSH bisogna digitare questo comando: rc-update add sshd default. 
  • INSTALLAZIONE E CONFIGURAZIONE DEL BOOTLOADER
Siamo giunti alla fine e finalmente alla configurazione del bootloader GRUB, questo passo necessiterà quindi di una installazione di GRUB ergo digitiamo:
emerge grub
Si è vero, abbiamo installato GRUB ma non è stato configurato e posizionato all'interno del MasterBootRecord, quindi:
nano -w /boot/grub/grub.conf
default 0
# Quanti secondi attenedere prima di avviare l'opzione predefinita.
timeout 30
# Un'immagine gradevole da commentare se non si dispone di scheda grafica
splashimage=(hd0,0)/boot/grub/splash.xpm.gz

title Gentoo Linux [versione_kernel]
# La partizione dove si trova l'immagine del kernel (o il sistema operativo)
root (hd0,0)
kernel /boot/kernel-versione-kernel-gentoo root=/dev/sda3

title Gentoo Linux 3.3.8 (rescue)
# Partizione dove si trova l'immagine del kernel o il sistema operativo
root (hd0,0)
kernel /boot/kernel-versione-kernel-gentoo root=/dev/sda3 init=/bin/bb
Questa configurazione è una configurazione standard, se necessitate di configurare qualcosa di aggiuntivo non esitate a farlo. Ok, una volta fatta la configurazione un'altra scelta per voi volete installarlo manualmente o con il tool grub-install? E io qui dico un'altra volta ma chi se ne frega e vi faccio tutte le due le scelte ;-) per i guru e per i newbies!
  • CONFIGURAZIONE MANUALE GRUB
Per chi sta leggendo questo piccola guida di installazione manuale al bootloader GRUB è un pazzo lol, no scherzo. Comunque per installare manualmente GRUB, bisognerà scrivere questo comando per entrare nel menu di GRUB, nel nostro caso o nel mio come volete cari lettori, il bootloader sarà posizionato nel device /dev/sda1 così che la prima cosa che si vede il computer all'avvio è il prompt di GRUB che dice “ehi ho Gentoo e me ne vanto!”. Quindi per avviare la shell di GRUB si digiterà 
grub --no-floppy
e succesivamente digitiamo queste istruzioni:
grub> root (hd0,0)          (Specifica dove è la partizione /boot)
grub> setup (hd0)           (Installa GRUB nel MBR)
grub> quit                  (Esce dalla shell di GRUB)
  • CONFIGURAZIONE CON GRUB-INSTALL:
Una volta che abbiamo installato grub-install con il comando emerge grub-install, aggiorniamo il file /etc/mtab con l'istruzione:
grep -v rootfs /proc/mounts > /etc/mtab
copiando /proc/mounts in /etc/mtab ed escludendo rootfs se non è stata creata una partizione di boot separata. Fatto sta che il comando è valido in ogni caso. Una volta aggiornato questo file digitiamo:
grub-install --no-floppy /dev/sda
Per installare il bootloader nel disco rigido. Per ulteriori domande esiste questo sito http://www.gnu.org/software/grub/grub-faq.html o chiedete tramite commenti o mandate un email {come volete}. ALT! Non abbiamo finito, fatto questa installazione del bootloader GRUB uscite dall'ambiente chroot e smontate TUTTE le partizioni. Ed eseguire poi l'ultimo comando ovvero: reboot. Come? 
(chroot)livecd~# exit
livecd~# cd
livecd~# umount -l /mnt/gentoo/dev{/shm,/pts,}
livecd~# umount -l /mnt/gentoo{/boot,/proc,}
livecd~# reboot

Non dimenticare di rimuovere il CD altrimenti verrà avviato il CD al posto del sistema appena installato.

  • TERMINARE L’INSTALLAZIONE

Una volta che siete arrivati a questo punto senza inceppamenti siete pronti per avviare il vostro Gentoo Linux! Con:

Login: root
Password: (inserite la password di root)

useradd ghiro -m -G users,wheel,audio -s /bin/bash
passwd ghiro
Password: (Digitate la password per ghiro)
Re-enter password: (Ridigitate la password per verificare l'account ghiro)

Ora che l’installazione di Gentoo è terminata ed è tutto completato, possiamo eliminare il file stage*.tar.bz2, con il comando rm /stage*.tar.bz2…Se avete fatto tutto ciò che ho scritto senza errori… beh… Congratulazioni! Avete un computer con un ottimo e sano Gentoo Linux tutto da modificare ulteriormente. Per avere informazioni in più rispetto questo sistema chiedetemi tutto ciò che volete! Sono a vostra completa disposizione! Grazie ancora della vostra gentilezza e tolleranza nell’installare questo splendido sistema operativo e buon lavoro!

Saluti Gh1r0

[FONTI: http://www.gentoo.org/ per prendere la ISO]

P.S: Ora si, che potete ricoverarvi alla neuro! 😉